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DIMMI COSA VUOI VEDERE

Abbiamo elaborato in collaborazione con Al. Di. Qua. Artists - Alternative Disability Quality Artists l’audio-descrizione radiofonica dello spettacolo di teatro visuale Earthbound attraverso il processo stesso di ricerca su cosa significhi renderlo accessibile a chi non lo può vedere.

Finalità
L'obiettivo è fare in modo che l'audio-descrizione restituisca al pubblico radiofonico un'esperienza estetica di alta qualità e coinvolgente. Non un surrogato ma una nuova dimensione di fruizione dello spettacolo. La traduzione a posteriori per il pubblico della radio di un’opera teatrale visuale pensata per essere vista, ascoltata e percepita in teatro, rischia di descriverla attraverso canoni percettivi inadeguati, senza tenere in reale conto che le percezioni, le sensazioni e gli immaginari sono diversi a seconda dei canali sensoriali che possono essere coinvolti nella sua fruizione.

Gruppo di lavoro
Al. Di. Qua. Alternative Disability Quality Artists è la prima associazione di categoria in Italia per artiste e artisti lavoratrici e lavoratori dello spettacolo con disabilità.
Il gruppo è stato affiancato anche da Mariella Popolla, sociologa dell’Università di Genova, Camilla Guarino, drammaturga e danzatrice, Michele Braga, sound designer, Marco Rogante e Simone Spangaro per l'assistenza tecnica. 


Nella foto puoi vedere, da sinistra:

Aristide Rontini, performer diplomato alla Rotterdam Dance Academy

Camilla Guarino, drammaturga e danzatrice

Diana Anselmo, laureata in sociologia e attualmente studentessa allo IUAV nella magistrale in Teatro e Arti Performative

Giuseppe Comuniello, danzatore e coreografo

Claudio Gaetani, attore, film-maker e docente universitario

Mariella Popolla, sociologa dell'Università di Genova

Quella di schiena sono io e poi, fuori dall'inquadratura ci sono anche

Michele Braga, sound designer

Marco Rogante, assistente alla regia

Simone Spangaro, tecnico tuttofare.

La foto bellissima è di Daniele Borghello


Poetica

Per dare forma all'audio-descrizione abbiamo deciso di sperimentare una modalità performativa.
Non ci siamo seduti a tavolino per scrivere quello vedevamo ma abbiamo provato a performarlo attraverso un adattamento dei protocolli di drammaturgia attorale ideati da José Sanchis Sinisterra, uno dei più importanti autori del teatro contemporaneo.
A ogni performer del gruppo è stato affidato un diverso punto di vista da cui guardare
Earthbound, ovvero una precisa funzione narrativa per costruire una descrizione corale e multiforme di quello che avveniva sul palco. E per riconoscerli, abbiamo dato un nome a ciascuno di questi sguardi: 


f
antamondo: ovvero il punto di vista della fiaba e dei suoi personaggi. E' lo sguardo dello spettatore che sceglie di credere al piano della finzione teatrale e accetta come reale quello a cui assiste. 



realtà: è il punto di vista disincantato di chi osserva il trucco invece dell'illusione, conosce i linguaggi e le tecniche teatrali e le descrive per quello che sono. E' il piano della messa in scena dove ogni cosa è quello che è.



domanda: è il punto di vista di chi è in bilico tra fantamondo e realtà e chiede nuove informazioni per scegliere come interpretare i segni che vede. A volte è dubbio, a volte è domanda che rimane senza risposta, a volte è chiave per decifrare il codice della messa in scena. 



digressioni: è il punto di vista di chi elabora ciò a cui assiste e attraverso analogie, libere associazioni di idee o divagazioni solo apparentemente casuali, fa suo lo spettacolo, ne interiorizza i contenuti e li espande.


Pratica di visione

Mentre lo spettacolo prendeva forma sul palco, tutte le persone del gruppo, munite di cuffie e microfono, hanno immaginato di essere come piccole mosche per il vostro orecchio e dirvi quello che vorreste vedere attraverso piccoli sussurri, pennellate essenziali che non si sovrappongono all'ascolto dello spettacolo perché sono state realizzate in dialogo con esso, inserendosi in forma performativa negli interstizi delle scene, condividendone il ritmo e l'atmosfera.
Non abbiamo cercato di darvi una descrizione neutra, obiettiva o distaccata.
Abbiamo dato spazio ai nostri sguardi personali, ai nostri immaginari. Abbiamo guardato per voi lo spettacolo senza nascondere la meraviglia soggettiva della scoperta, con l'auspicio che ascoltando le nostre voci e imparando a riconoscerle, seguirete il filo dei nostri punti di vista.




Lo spettacolo
Earthbound. Ovvero le storie delle Camille è uno spettacolo di fantascienza che esplora un futuro prossimo nel quale la manipolazione del genoma umano riporta la vita in aree del pianeta danneggiate dall'uomo.
Ispirato al saggio Staying with the trouble della pensatrice eco-femminista Donna Haraway, la piéce nasce dall'idea che essere sull'orlo della catastrofe ormai non è più una metafora.
Per uscire dall'atteggiamento distruttivo del GAME OVER che questa consapevolezza ci potrebbe portare, la filosofa Donna Haraway include nel suo saggio alcune storie di fantascienza: esempi di futuri possibili in cui la specie umana unisce le proprie forze a quelle di altre specie per salvare il nostro pianeta e prendersene di nuovo (e meglio) cura.
Sono le storie delle Camille.
Lo spettacolo ad esse ispirato porta in scena una piccola comunità di
Earthbound, esseri umani a cui sono stati impiantati geni di creature in via d'estinzione con il duplice scopo di conservarne la specie e favorire una nuova prospettiva per l’adattamento umano all’ambiente naturale grazie alla simbiosi con il proprio doppio animale.
E' così che gli
Earthbound riescono a costruire legami e relazioni simbiotiche anche al di fuori dei confini della propria specie, con il fine di superare la frattura tra Uomo e Natura che ha contraddistinto l'Antropocene.
I corpi ibridi degli
Earthbound prendono vita sulla scena grazie alle creature animatroniche progettate dalla scenografa Paola Villani e ispirate alle opere dell'artista australiana Patricia Piccinini.
A differenza delle distopie hollywoodiane in cui umanoidi, ibridi e robot sono minacce spaventose per l'umanità, gli
Earthbound rappresentano creature pacifiche con cui entrare in empatia e convivenza.

E se, come dice Donna Haraway, “le storie fanno i mondi. I mondi fanno le storie”, Earthbound è uno dei racconti possibili del mondo nuovo in cui potremmo trovarci a vivere domani.


Punto d'ascolto
Abbiamo creato una mappa di punti d'ascolto sparsi per l'Italia per riappropiarci del teatro in un momento in cui il teatro non c'è. Sei
 partner che hanno voluto essere catena, fare rete il 5 giugno per ascoltare in forma intima (attraverso cuffie individuali) ma collettiva (seduti sulle sdraie in un luogo immerso nella natura) la trasmissione radiofonica di Earthbound, il racconto di un futuro possibile in cui la nostra specie troverà delle soluzioni per sopravvivere su un pianeta che non sta bene.


Dimmi cosa vuoi vedere

versione radiofonica dello spettacolo Earthbound ovvero le storie delle Camille

di e con Marta Cuscunà

in collaborazione con Al. Di. Qua. Artists - Alternative Disability Quality Artists: Diana Anselmo, Giuseppe Comuniello, Claudio Gaetani, Aristide Rontini 

e con Camilla Guarino, Mariella Popolla

sound design Michele Braga

assistenza tecnica Marco Rogante, Simone Spangaro

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Etnorama in collaborazione con Rai Radio3

con il contributo di Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse

con il sostegno dei punti d'ascolto Oriente Occidente in collaborazione con Mart Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto presso Giardino delle Sculture, Mart, Rovereto (TN); Cembra Lisignago (TN) - Ascolto nel bosco - Rete di Riserve Val di Cembra Avisio per la Comunità della Valle di Cembra; Murmuris (compagnia in residenza al Teatro Cantiere Florida di Firenze); TEN Teatro Eliseo Nuoro - progettoTENGreen di Sardegna Teatro; IAC Centro Arti Integrate nei sassi di Matera, Big – Bari International Gender Film Festival/AncheCinema

foto di Daniele Borghello

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